“La moto spiegata a mio figlio” come un libro invita a ricordare un padre che mi ha amato e amava le moto... (i libri di moto 2° puntata)


Questo libro trovato impacchettato e scartato all’ombra dell’albero di Natale è stata una lettura che mi ha piacevolmente accompagnato in queste feste, scavalcando l’ultima opera di Fabio Volo che ero curioso di leggere (anch’essa sotto l’albero!)... 
Moto batte lettura classica 1 a 0! 
Protagonista di questa recensione è La moto spiegata a mio figlio di Roberto Parodi.
La moto spiegata a mio figlio di Roberto Parodi
In realtà, Roberto Parodi è un vero biker, ma anche un valido scrittore, lo dimostrano i numerosi libri dedicati al mondo delle due ruote. Un personaggio poliedrico e questa sua ampia visione del mondo è probabilmente legata alla sua essenza di motociclista viaggiatore e girovago.
Anche in un libro particolare come questo scritto con la voce in sottofondo dei figli Pietro e Vittorio, non perde lo smalto e la buona penna, che anzi scorre fluida e in alcuni tratti offre risposte personali, che possono essere meritevoli di adozione, da parte di tutti noi.
Roberto Parodi al centro con i due figli Pietro e Vittorio
A pagina 78, Roberto ricapitola testualmente: [...] il motociclista è uno che va veloce, guidando un mezzo senza protezioni, in stato di equilibrio instabile. Tre cose che pongono la moto agli ultimi posti della classifica di mamme, fidanzate e mogli più o meno apprensive [...].
Molti dei lettori che hanno comprato questo volume, probabilmente appartengono a queste categorie o ai bikers che devono convincere i medesimi “target” ad accettare la moto. 
Ma l’universo femminile, quello che non va su due ruote s’intende, è diffidente, timoroso e quindi...? 
Quindi ci voleva un libro speciale, in questo senso Parodi ha fatto centro.
Roberto, imbocca la strada di una narrazione con senso di direzione diverso. da quello che sarebbe lecito attendersi. Sembra seguire un itinerario insolito, ma come vedrete se leggerete il libro, colpirà nel segno.
Non è basato solo su cosa offre una moto nel bene e nel male. Non vuole fornirvi l’abbecedario di giustificazioni in modo diretto, ma vuole arrivarci per vie traverse, Ovvero tramite il racconto di quello che si prova in sella ad una moto in città, nel deserto o su strade di montagna. Nel rapporto con i figli, con una generazione diversa che fugge dal nostro modo di pensare, confronto generazionale ma anche paure che alberano dentro di noi.
Roberto Parodi, ha girato il mondo in moto (anche con viaggi estremi), ha scritto libri, articoli... ma molti lo conoscono per essere fratello di due sorelle davvero famose... (si proprio le Parodi che amorevolmente guardiamo mentre si tuffano tra timballi e talk show televisivi), dopo questo libro, lo identificherete come uno scrittore con una penna che scorre su due ruote! 
Anche se Roberto non ha bisogno di presentazioni e certamente è un vero storyteller della moto. Autore di molti libri sulle due ruote, vi invito a visitare il suo sito http://www.threepercenters.it o a guardare le sue trasmissioni Born To ride su Italia 2. 
A livello personale, questo libro è stato una esplosione di pensieri ed emozioni, meno prevedibili di quanto si possa immaginare.
Leggendo questo libro mi verrebbe di parlare di mio figlio, ma paradossalmente mi porta a fare un viaggio inverso, da figlio (ormai 48 enne) a padre, che ormai non c’è più.
Qualche anno fa, ormai si parla di inizio millennio, feci una cosa di cui oggi mi pento. Ed anzi uso questo blog e questa recensione che mi stimola, per fare pubblica ammenda di questo mio passaggio personale. Chissà se questo blog lo leggono anche lassù?
Costrinsi, anzi forzai moltissimo mio padre (con l’aiuto di mia madre) che aveva guidato per una vita la moto a vendere la sua ultima bella, una Suzuki 250 per mollare per sempre la moto. 
Mio padre aveva avuto molte moto e su alcune di queste ci avevo anche fatto un giretto. Ricordo che ero un bimbetto quando lui aveva una mitica Benelli 354 sport color verde (a lui piaceva molto), passando da una moto Morini 3 1/2, una Guzzi  V35 arrivando ad una Honda 400 twin color azzurrro, (forse la sua preferita) e poi più recentemente alle Suzuki. Le sue Suzuki le ho anche guidate.
la "400 twin" il modello che amava mio padre...
Lui mi comprò una moto... un mezzo per iniziare a correre con la mente...e poi?
Quando la sua età, la pensione era ormai giunta, tutto sembrava suggerire a molti di appendere il casco al chiodo, beh  lui sebbene indebolito da una malattia che lo portava a prendere farmaci che gli abbassavano l’attenzione, non aveva certo intenzione di abbandonare le due ruote.
Io avevo paura che si facesse male e per il suo bene avevo pensato che togliere quel mezzo meccanico, avrebbe giovato a mio padre e mia madre di riflesso.
Mai togliere con la forza una moto ad un biker; è comunque una ferita non rimarginabile!  Molti di voi lo sanno.
Quando decise di venderla, su mia forte sollecitudine, ricordo come mi guardò, sembrava fossi io il padre e lui il figlio che aveva ancora voglia di correre.
La tristezza si è avvolta su di lui, non so se mi avrà mai perdonato per questa forzatura.
Ora corre tra le nuvole... 
In quegli anni io non avevo la moto, avevo smarrito il sapore della libertà di testa e di cuore che regala e l’ho privata a mio padre! Non l’ho saputo capire.
Papà ora sei lassù, ti chiedo scusa!
Se un libro, se una moto ti fanno tornare in mente un passaggio di vita così personale, così forte, penso che sia un bel libro che consiglio a tutti coloro vogliono capire quale stato d’animo ti induce a inforcare una sella e due ruote.
Del resto il libro si apre con una premessa, che forse condensa l’essenza del biker e di quello che speravi di trovare in questo tessuto narrativo.
Roberto scrive testualmente: “Andare in moto è un modo per diventare grandi, un percorso di vita a tutti gli effetti. Amare una moto, curarla e usarla per viaggiare, è un modo per conoscere se stessi.” 
Parodi, poi ci spiega perché non tutti riescano in egual misura ad imparare quello che una moto trasmette e può insegnare, vorrei dirvi di più ma è giusto che lo scopriate leggendo le pagine del libro. 
Questo libro mi ha lasciato qualcosa, perché persino in una delle protagoniste del libro (una delle moto dei figli di Roberto) trovo una forte relazione ed emozione. Parliamo della Honda 125 Paris Dakar, la mia prima moto, che mi regalò mio padre proprio dopo una pagella ed ora la stessa moto la guida uno dei due figli di Parodi. Questo è un libro che mi induce a tuffarmi nel passato a ripetizione. Bello.
Ognuno di noi vive la moto in modo diverso, ma alcune analogie esistono sempre ed è in questo bacino di sensazioni di déjà-vu emozionali che peschiamo dall’opera di Roberto per capire al meglio quanto questo mezzo dall’anima bastarda (come la definisce Roberto) sia invero qualcosa che amiamo.
Il libro è ricco di scenari, di storie, di emozioni e confronti generazionali, merita davvero, si legge velocemente ed è divertente il modo in cui sono inserite le voci, le parole dei due figli che giocano e prendono il giro il padre, con una tecnica di “testi scritti” all’interno di una nuvola.
Il libro La moto spiegata a mio figlio lo trovate in tutte le migliori librerie, edito da Tea con 208 pagine da leggere tutto d’un fiato. Accessibile il prezzo, 13,00 €.
E ora, buona lettura...
Non mi resta che invitarvi a seguirmi e se volete segnalarmi storie di moto e motociclisti degne di essere raccontate sono qui pronto ad ascoltarvi e magari ad incontrarci per tirarci fuori una storia. Scrivimi qui. 
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Buona strada!

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